L’arte tradizionale di tessitura dei tappeti in Azerbaijan

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opera di Faig Ahmed - fonte Wikimedia Commons
opera di Faig Ahmed (fonte Wikimedia Commons)

a cura di Lucia Lapone

Iscritta dal 2010 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO, la tessitura dei tappeti può essere considerata la più antica forma d’arte e di economia dell’Azerbaijan. 
Molte ricerche archeologiche in quest’area hanno confermato la prova di una ricca attività manifatturiera in tempi molto remoti.
La Via della Seta, che passava attraverso il territorio dell’odierno Azerbaijan, ha sempre giocato un ruolo importante nel potenziamento di questa produzione e del relativo commercio. 
Dal 14° secolo in avanti i tappeti dell’Azerbaijan iniziarono a diffondersi in Europa: conosciuti ed apprezzati per i lori motivi elaborati, furono, tra l’altro, utilizzati da molti artisti europei nelle loro opere (un esempio per tutti: Carlo Crivelli “Annunciazione con Sant’Emidio”, XV sec., National Gallery - Londra).

  
fonte Wikimedia Commons

Lo sviluppo della tessitura è strettamente correlato all’ambiente geografico: la natura del paese ospita nove diverse zone climatiche, fonti principali delle materie prime necessarie. Questo è uno dei motivi alla base della grande varietà che caratterizza il tappeto azero.
Storicamente le scuole di tessitura si sono sviluppate all’interno di zone concentrate intorno ai maggiori mercati del paese: i tappeti più popolari sono quelli provenienti dalle aree di Guba, Shirvan, Baku, Ganja, Gazakh, Tabriz, Karabakh
Ogni scuola, si differenzia per i disegni, i colori, le tecniche utilizzate.

tappeto Shirwan
fonte: Illulian - collezione The Antique Rugs


fonte: Antique rugs of the future project

Il tappeto dell’Azerbaijan è un manufatto tessuto a mano in varie dimensioni, annodato o a tessitura piatta. La manifattura del tappeto è una tradizione familiare che si tramanda oralmente e attraverso la pratica. 
La tosatura delle pecore, praticata dagli uomini, avviene in primavera e autunno, mentre le donne raccolgono erbe e sostanze coloranti, filano e tingono i filati in primavera, estate e autunno. L’inverno è il tempo della tessitura, compito affidato alle donne della famiglia: le ragazze imparano da madri e nonne, mentre le spose assistono le suocere. 
Il tappeto è realizzato su telaio verticale o orizzontale, usando filati in lana, seta o cotone tinti con colori naturali, in una gamma cromatica estremamente ricca.
Nei tappeti annodati la tessitrice annoda il filato intorno al filo di ordito, mentre i tappeti a tessitura piatta sono il risultato di complessi intrecci tra ordito e trama.
I tappeti più preziosi sono veri e propri esempi di maestria e dedizione, vi sono esemplari in cui si contano fino a 490.000 nodi per metro quadro (la vita di questi manufatti può variare da 300 a 500 anni).
La tessitura del tappeto è strettamente connessa con la vita di tutti i giorni e gli usi e costumi delle comunità coinvolte, il suo ruolo si riflette nel significato dei disegni e motivi ornamentali.
I tappeti in Azerbaijan sono largamente usati all’interno delle case per coprire i pavimenti ma anche con funzione decorativa a parete o come tende; speciali tappeti vengono tessuti con scopi curativi, per cerimonie nunziali, nascite, rituali di lutto e preghiera.
Le stesse tecniche vengono utilizzate per realizzare oggetti di uso quotidiano come gualdrappe per cavalli, valigie e bisacce.

Il Museo Nazionale del Tappeto di Baku

Il National Carpet Museum di Baku, la cui attuale sede richiama nella forma un enorme tappeto arrotolato, è stato inaugurato nel 1967: esso raccoglie e custodisce le opere degli artisti del passato e contemporanei, insieme ad arazzi e tappeti della cultura nazionale e dell'arte del popolo azero. 

Museo del Tappeto di Baku

La collezione di tappeti annodati conta più di 2000 esemplari datati dal 17° secolo all’inizio del 20°, nonché di epoca moderna. Sono presenti le quattro tipologie di tappeto tessuto in Azerbaijan: Guba-Shirvan, Ganja-Gazakh, Karabakh e Tabriz. Il più antico tappeto qui conservato è lo “Ajdahali” (Il Drago) del 17° secolo, provenienza Karabakh, lasciato in eredità al Museo da un collezionista americano nel 2013.

La collezione di tappeti a tessitura piatta conta circa 650 manufatti, databili tra il 18° e il 20° secolo.
Sono presenti varie tipologie: palas, jejim, kilim, gadirga, shadda, varni, zili, sumakh. 
I tappeti a tessitura piatta differiscono gli uni dagli altri a seconda delle tecniche di tessitura usate, la struttura della composizione, gli ornamenti e lo schema dei colori: i palas e i jejim sono caratterizzati da strisce colorate di diversa larghezza, tessute con una tecnica d’intreccio semplice; i kilim decorati con una grande varietà di disegni geometrici sono tessuti con tecniche complesse d’intreccio. I tipi varni, shadda, zili e sumakh sono realizzati con la tecnica cosiddetta "a trame avvolte”: ne esistono innumerevoli varianti, ma, semplificando, essa consiste nel passare delle trame aggiuntive per creare i disegni di decorazione sopra alla struttura di base. Ciò permette alla tessitrice di creare motivi complessi: draghi stilizzati in forma di lettera S o Z, motivi antropomorfi e zoomorfi, motivi ispirati al mondo vegetale.

La collezione di manufatti realizzati con le stesse tecniche dei tappeti conta più di 1600 pezzi (dal 19°al 20° secolo). Questi manufatti erano parte integrale della vita di allevatori e contadini, ognuno di essi aveva uno scopo: ad esempio il chuval (grossa borsa) era usata per immagazzinare e trasportare il grano, mentre nel gashigdan (borsa di piccole dimensioni) si conservavano cucchiai e mattarelli. E ancora una serie infinita di oggetti per la vita quotidiana di un tempo: valigie da attaccare alla sella, valigie per trasportare biancheria e abiti, cuscini, borse per il trasporto del sale, ornamenti per i cammelli, pannelli per separare le diverse zone all’interno della tenda.

In tempi recenti, artisti e designers sono stati coinvolti nello sviluppo di quest’arte: nel loro lavoro nuovi disegni e ornamenti si intrecciano alle composizioni classiche.

Un esempio eclatante di come si possa partire dalla tradizione, stravolgendone gli schemi compositivi, inventando un linguaggio completamente nuovo e surreale è costituito dalle opere di Faig Ahmed, interprete contemporaneo di  questa cultura millenaria.
Nato nell’1982 a Sumqayit, diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti dell’Azerbaijan nel 2004, vive e lavora a Baku.
“Facendo uso allo stesso tempo della tecnologia digitale e dei telai tradizionali, Ahmed reinterpreta uno dei mezzi più immutabili e antichi della tradizione popolare mantenendo inalterato il valore culturale della tessitura, le tecniche secolari e i materiali. I cambiamenti che egli apporta al tappeto tradizionale svelano un nuovo volto e un nuovo significato per questo simbolo universale: i tappeti di Faig non sono più oggetti decorativi di alto artigianato, ma trasfigurati, si sollevano dal pavimento e diventano oggetti d’arte, strumenti che raccontano storie che l’artista reimmagina e riscrive.
(da un articolo/intervista a Faig Ahmed).
Faig progetta le sue opere in forma digitale sul computer. Il risultato, fatto di forme distorte, liquefatte, di effetti che richiamano la struttura dei pixel, è riportato su carta a grandezza naturale e, come per i tappeti tradizionali, realizzato da un team di artigiani locali.
Artista di fama internazionale, Faig Ahmed ha rappresentato il suo paese alla Biennale di Venezia del 2007 e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.

opera di Faig Ahmed

opera di Faig Ahmed
 

SITOGRAFIA

Guarda i video

Video ufficiale UNESCO

Faig Ahmed's exhibition "Equation" 2017 (documentario)

Azerbaijan National Carpet Museum

Tecniche di tessitura del tappeto azero (animazione)

Sezione: ASIA SUL WEB > ARTI TRADIZIONALI

Area: 
Asia centrale
Data pubblicazione: 
21/08/2020