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Ciclo di conferenze a cura del Centro di Cultura Italia-Asia in collaborazione con il MUDEC
2. evento del ciclo "Asia on the Road".
Nel percorso obbligato per arrivare in India via terra c'era il passaggio attraverso il Kyber Pass.
L’esplorazione storica, geografica ed archeologica dell’Asia Media (Iran orientale, Afghanistan, Pakistan e India occidentale) ha preso l’avvio alla metà del XIX secolo, quando il Regno Unito di Sua Maestà la Regina Vittoria e la Russia dello zar Alessandro II si contrapposero per decenni per il controllo degli immensi territori tra i confini asiatici dell'Impero russo, esteso fino all’odierno Turkmenistan e Uzbekistan, e l'India britannica. Nel contesto politico e militare del “Great Game”, geografi ed esploratori della Royal Asiatic Society e della Royal Geographic Society percorsero migliaia di chilometri, misurarono distanze, altezze e profondità, registrarono nomi di piante e animali, controllarono l’agibilità di strade e valichi montani, ma soprattutto contarono quanti uomini adulti in ogni cittadina e villaggio avrebbero potuto imbracciare un’arma in caso di conflitto. Alcuni di loro erano travestiti da pellegrini musulmani, altri vennero sfiancati dal sole cocente del Baluchistan centrale, mentre altri ancora si mossero nello spazio alla ricerca delle tracce del lontano passaggio di Alessandro Magno, che attraversò il Baluchistan meridionale (Makran) poche settimane prima di giungere a Babilonia e morire (323 a.C.). Tra i tanti, un posto di riguardo spetta a Sir Marc Aurel Stein, uno dei più grandi esploratori dell’Asia e al contempo spia al servizio della corona britannica. Tra il 1926 e il 1927, sempre accompagnato dal cane Dash, visitò diverse regioni dell’Asia Media, scoprì numerosi insediamenti archeologici e storici di grande importanza culturale, e recuperò ventiquattro casse di rotoli scritti in cinese, sanscrito, sogdiano, turko runico e uiguro. Settemila rotoli rimasti intatti per nove secoli dietro un muro, grazie all’aria secca del deserto e all’ottima qualità delle carte di allora, e che oggi possono essere ammirati al British Museum.
L’IsMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente) venne fondato nel 1933 ad opera di Giovanni Gentile e Giuseppe Tucci, allo scopo di promuovere rapporti culturali, politici ed economici tra l'Italia ed i paesi asiatici. Da quel momento anche studiosi italiani intrapresero esplorazioni, viaggi e ricerche in Asia Media, dal Sistan iraniano fino alla Valle dell’Indo in Pakistan, e pubblicarono i loro resoconti corredati da numerose fotografie che oggi sono conservate nell’Archivio Fotografico IsMEO di Roma.
Gian Luca Bonora nato a Ferrara nel 1971 e laureatosi all'Università di Bologna con una tesi in Paletnologia sulle sepolture collettive nella protostoria dell'Asia Media,ha difeso la tesi di dottorato all'Università di Napoli “L'Orientale” analizzando il vocabolario archeologico delle prime comunità di agricoltori e allevatori del Baluchistan preistorico. Dopo aver insegnato al Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, si è trasferito all'estero (Kazakhstan, Turchia, Turkmenistan,Russia) dove fino all'inizio del 2020 ha tenuto in lingua inglese e russa corsi di archeologia e antropologia per studenti e dottorandi di diverse università. Fin da studente è stato membro di numerose Missioni Archeologiche dell'IsMEO, dell'IsIAO e dell'Università di Bologna che hanno operato in Asia Centrale e Media e in Arabia, mentre dal 2007 ad oggi è Direttore della Missione Archeologica Italiana in Kazakhstan, per conto del Ministero degli Affari Esteri. Attualmente è ricercatore all' ISPC - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, uno dei principali istituti del CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche.
E' autore di più di ottanta pubblicazioni in lingua italiana, inglese e russa, principalmente dedicate allo studio e analisi delle comunità preistoriche e protostoriche dell'Asia Media e Centrale. Sta per essere pubblicato un volume dedicato alla descrizione della necropoli dell'età del bronzo di Adji Kui 1 e 9, in Turkmenistan meridionale.